photo stefano ciannella / diapositive medio formato, edition 1/1
Marco Abbamondi è nato a Napoli il 7 giugno 1974.
Ha cominciato la sua attività artistica nel 1999 con lavori su tele e legno che interpretavano con tratti iperrealisti architetture di Napoli – assecondando le sue scelte, ispirative e tematiche, puntate su quella città, sulla sua storia e le sue tradizioni culturali.
Successivamente – la sua passionalità viene estrinsecata in un rapporto “fisico” con la materia, con la tela, con l’oggetto, con gli elementi da forgiare, manipolare, impastare; un insaziabile istinto di “toccare” e “sentire” la materia tra le mani. Un rapporto “tattile” e “sensitivo” con essa.
La fragilità dell’esistenza è il tema predominante del lavoro di Abbamondi, siano esse installazioni o quadri-sculture, cercando di evidenziare l’azione che ha il mondo sulle cose.
La base della sua ispirazione deriva dalla Natura: forme biomorfe segnano decisamente il suo stile particolare. Appare evidente la liaison tra la materia naturale che Abbamondi manipola (legno, cemento, sughero) e le forme “naturali” a cui si ispira: l’ispirazione si fonde con la manipolazione: fusione di materia e concetto.
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Marco Abbamondi was born in Naples on 7 June 1974.
He began his artistic career in 1999 with hyper-realist works on canvas and wood that interpret the architecture of Naples, thus favouring his vocation clearly inspired by the city, its history and its cultural traditions.
The aesthetic research transformed and evolved over the years in a ‘physical’ relationship with the material, the object, and the elements to forge, manipulate, and mould.
An insatiable instinct to “touch” and “feel” with his hands: a “tactile” and “sensitive” relationship with the material, which led him in the years to develop a special sensitivity to the transpiring, the eternal passage.
The fragility of existence is now the predominant theme of the work, whether paintings or sculpture-installations, which seek to highlight the action that the world has on things.
His inspiration derives from the surrounding environment: biomorphic shapes definitely mark his particular style. There appears to be a liaison between the material (wood, concrete, cork) and “natural” forms that inspire. The creativity is expressed through the manipulation: the fusion of material and concept.
About me
Sono nato a Napoli. Sono nato in un posto diviso tra fuoco e acqua.
Il fuoco del Vesuvio – ad un tempo protettore e tiranno di tutti i napoletani – e l’acqua del Mediterraneo che si insinua rassicurante nel sinuoso golfo di Napoli. Fuoco e acqua. Questi due elementi hanno giocato un ruolo dominante, essenziale nella mia formazione. La calma, la limpidezza il calore del mare e l’oscurità, la forza e la paura del Vulcano.
Anche la pittura ha giocato un ruolo fondamentale nella mia infanzia, essendo cresciuto circondato da colori, pennelli, tele, cornici. E poi c’è Napoli in sé e per sé: i suoi colori, i suoi odori, la sua umanità. Essere nato e cresciuto in un posto come Napoli ha certamente influenzato il mio percorso artistico.
In termini di contrasto, contraddizione ad un occhio sensibile, la città è esemplare. Prendiamo il centro storico, ad esempio: paradiso e inferno in un colpo solo. Bellezza e orrore, serenità ed incubo, chaos e cosmos. La convivenza, la contemporaneità degli opposti. Ecco quello che più mi colpisce di Napoli.
Ma anche da un punto di vista tecnico la cultura napoletana ha avuto un peso sui miei lavori. Nell’utilizzo del sughero, ad esempio. Elemento centrale del presepe tradizionale del ‘700, ho voluto reinterpretare questo materiale classico-antico in chiave contemporanea nei quadri e in alcune installazioni. Un materiale che con l’aggiunta di paste cementizie, resine e colle, io utilizzo con l’intento di dare un effetto di tangibilità, tridimensionalità, quasi invitando lo spettatore a compiere un gesto ritenuto spesso nel mondo dell’arte “blasfemo”: quello di toccare un lavoro, sentirlo sotto le mani. Atto che invece io apprezzo e stimolo con i miei lavori, sui miei lavori.
Il sughero quindi, e Napoli, sono state il punto di partenza. Poi ci sono i viaggi che hanno avuto una grossa influenza sul mio percorso, dall’Europa all’America al Giappone, passando per l’Africa. Viaggi che hanno modificato il mio approccio all’arte, portandomi a considerarla uno strumento privilegiato di elaborazione della realtà, più potente della politica, della letteratura e di altre forme di decodificazione del mondo.
I viaggi mi hanno anche portato alla conclusione che il riferimento storico è essenziale nei miei lavori. Trovo assolutamente necessario relazionarsi con ciò che è accaduto, ciò che è avvenuto prima di noi perché il passato è l’unica chiave che permette una lettura profonda della contemporaneità.
/ ENG
I was born in Naples. I was born in a place split between fire and water. The fire of the Vesuvius – at the same time good guardian and nasty warder of all Neapolitans – and the water of the Mediterranean which works itself in the sinuous Gulf of Naples.
These two elements – fire and water – played a central, dominant, essential role in my childhood. I clearly remember the emotion caused by the contrast between the water – warm, clear, reassuring – and the volcano – dark, strong, terrifying. Fire, water and painting. Painting also played an essential role in my childhood, because I grew up surrounded by colours, brushes, canvases, frames. And then it comes Naples itself and its colours, smells, its ‘’humanity”. Being born and having grown up in a place like Naples has certainly influenced my work.
The city offers so much to viewers, in terms of contrast, contradiction: the historic center is heaven and hell all at once. Beauty and horror, peace and nightmare, chaos e cosmos: the contemporary presence of the opposites, this what strikes more about my native city.
As from a more technical point of view, the Neapolitan culture influenced my work in the way I use cork. Essential element of the traditional XVIII century Neapolitan crib, in my works this ‘classic –old’ material which is re-used and re-interpreted in a contemporary way for the paintings and for some installations through the mix with cement paste, resin and glues.
The intent is to give an effect of tangibility’, tridimensionality, almost inviting the spectator to act in a way often considered in the world of art as ‘’ blasphemous”, that is to touch the work, feeling it underneath one’s hands. A gesture that I appreciate and I try to cause, through my works, on my works.
Cork and Naples, were just the starting point. Then I begun travelling around the world and many places I visited, from Europe to America, Japan and Africa had an influence on my art. Travelling modified my approach to art bringing me to consider it as a privileged instrument for interpreting reality , more powerful than policy, literature and other forms of understanding the world. Travelling also made me conclude that the historical reference is essential to my works. I believe it is absolutely necessary to relate to what happened before us because the past is the only key which allows a deep understanding of reality.